Pastore abruzzese, la sentinella dei greggi
di Valerio Di Fonso
Il Pastore abruzzese è simbolo non solo di una regione ma di un’attività antica, quella pastorale, che viaggia su quei tratturi calpestati dai greggi della transumanza e dal tempo che scorre. E proprio su quelle vie affollate nel mese di settembre, si è giocata la partita sulla paternità del nome di una delle specie canine più famose d’Italia.
Pastore abruzzese, storia di un mastino degli appennini
Un cane bianco come la neve. Non un colore a caso, ma una scelta prediletta dei pastori per impedire di scambiare il cane per uno dei predatori durante gli assalti dei lupi al crepuscolo. La sua storia nasce nel cuore degli Appennini. Tra queste montagne il Pastore abruzzese si è radicato nel corso dei secoli. Le prime informazioni ci giungono da Lucio Giunio Moderato Columella, scrittore romano interessato all’agricoltura, e da Marco Terenzio Varrone. Proprio l’agronomo romano spiega, in una breve descrizione del Pastore abruzzese, che se osservato all’oscurità, con le orecchie recise, la conformazione del suo volto lo fa assomigliare a un leone, con una criniera bianca che ne abbraccia il collo. Addirittura, tra le testimonianze iconografiche che giungono dal passato, c’è una singolare statuetta votiva custodita nel Museo archeologico dell’antica Capua, a Santa Maria Capua Vetere, che raffigura proprio il canis pastoralis. Dalle informazioni in possesso, questi cani da pastori o bovari non si sono mai allontanati dell’appennino centromeridionale, costituendo una vera e propria razza a sé. Un unicum nell’intero globo. Il Pastore abruzzese può arrivare a pesare fino a 45 chili, per quanto riguarda il maschio adulto, con un’altezza al garrese che sfiora i 75 centimetri. Proprio queste caratteristiche fanno del Pastore abruzzese un cane capace di resistere alle malattie, al freddo e alle intemperie. La sua resistenza naturale lo porta a superare anche i 10 anni di età ma, come tutti i cani a pelo lungo, è molto soggetto ai parassiti che possono pregiudicarne la salute.
Pastore abruzzese, il controverso nome della specie
Il Pastore abruzzese, dal 1 gennaio del 1958, assunse il nome (errato) di Pastore maremmano abruzzese per volere dell’ENCI, che unificò sotto un unico standard le due razze (quella abruzzese e quella maremmana), sostenendo che grazie alla transumanza precedente all’Unità d’Italia, vi fu una sorta di fusione naturale tra le due razze, fino a quel momento distinte. Un errore, dato che la Maremma è stata toccata poco, tardi e marginalmente dalla transumanza. Infatti, a causa del territorio acquitrinoso, il suolo della Maremma non è stato oggetto di transumanza ovina sino agli anni ’30, favorito, oltretutto, dallo stanziamento dei pastori sardi sbarcati in Toscana. A ciò si aggiunge, inoltre, il fatto che lo spostamento dei greggi più importante nella storia d’Italia, è quello che dall’Abruzzo (precisamente da Celano) arrivava nel Tavoliere delle Puglie, all’altezza di Foggia. Una transumanza orizzontale del tutto assente in Toscana. Va da sé che le basi culturali, storiche e sociali da cui questa razza trae origine sono quelle delle Genti e dei Pastori d’Abruzzo per i quali il cane da pecora è stato sempre indissolubilmente legato al sistema economico-sociale della pastorizia e indispensabile ausilio alla dura vita quotidiana. A testimoniarlo sono anche i dati estrapolati dal censimento del 1975, quando furono censiti 2886 cani da pastore così distribuiti: 1040 in Abruzzo, 530 nel Lazio, 283 in Molise, 217 in Basilicata, 211 in Umbria, 171 in Puglia, 169 in Campania, 164 nelle Marche, 55 in Calabria e appena 46 in Toscana. Per questo motivo l’aggiunta del termine “maremmano” non è altro che una forzatura, che scombina anche la storia, oltre che il nome della specie allevata, semmai, in Puglia o nel Matese. Nome difeso dalla stessa Regione Abruzzo, tant’è che nel 2021 la Giunta regionale ha approvato la modifica del nome da “Cane da pecora abruzzese” o “mastino abruzzese” in “Cane da pastore abruzzese”. Già il 19 marzo 2017, l’assemblea generale dei soci del Circolo del Pastore Maremmano Abruzzese – Cpma, unica associazione riconosciuta dall’Ente Nazionale della Cinofilia per la tutela della razza, ha formalmente richiesto la modifica del nome ufficiale della razza da “Cane da Pastore maremmano abruzzese” in “Cane da pastore abruzzese”, confermando che quest’ultima sia la denominazione maggiormente indicata per individuarne correttamente la funzione e l’origine del cane italiano difensore del gregge.
Pastore abruzzese gigante e cucciolo: le differenze
Ecco alcune delle principali differenze tra i cuccioli e gli adulti di questa razza:
Peso e dimensioni: gli adulti possono pesare tra i 30 e i 40 kg (femmine) o tra i 35 e i 45 kg (maschi), con altezze di circa 65-73 cm al garrese;
Aspetto: i cuccioli sono generalmente più paffuti e morbidi rispetto agli adulti, che invece sono caratterizzati da una pelliccia più spessa e irrobustita;
Carattere: anche se il carattere può variare da individuo a individuo, in generale i cuccioli di Cane Pastore Abruzzese sono curiosi, giocosi e socievoli. Gli adulti, d’altra parte, sono noti per essere protettivi, fedeli, indipendenti e molto territoriali. Possono essere riservati con gli estranei e sono tradizionalmente addestrati come cani da guardiania;
Addestramento: i cuccioli richiedono un addestramento adeguato sin dalle prime fasi per socializzarli, insegnare loro comandi di base e stabilire una base solida per il comportamento futuro. Gli adulti richiedono un addestramento coerente e una gestione particolare delle loro tendenze protettive e territoriali;
Salute: come con molte razze di cani, gli adulti potrebbero essere più soggetti a problemi di salute legati all’età, come le articolazioni e le malattie croniche. I cuccioli potrebbero essere più suscettibili a problemi di salute legati alla crescita, come le malattie nutrizionali e le infezioni;
Esercizio: gli adulti richiedono esercizio regolare per mantenere la loro salute e benessere. I cuccioli necessitano di un’esposizione adeguata all’ambiente esterno, ma l’esercizio dovrebbe essere adattato alla loro età e alle loro capacità fisiche in crescita;
Alimentazione: la dieta dei cuccioli deve essere attentamente bilanciata per sostenere la crescita sana. Gli adulti richiedono una dieta adatta alle loro esigenze nutrizionali, che potrebbe essere diversa rispetto a quella dei cuccioli.
In conclusione, ci sono diverse differenze tra i cuccioli e gli adulti di Cane Pastore Abruzzese, sia in termini di aspetto che di comportamento. È importante essere consapevoli di queste differenze per fornire l’adeguata cura e gestione in base alla fase di vita del cane.
Le funzioni del Pastore abruzzese
Molto indipendente, con una minor concezione dell’uomo come essere dominante, il Pastore abruzzese è il vero alleato dei greggi e dei pastori. Una sentinella di protezione dai pericoli e le insidie che si celano attorno ai pascoli. Dagli orsi, fino ai lupi. Eroe senza macchia e senza paura. Fiero e poco plasmabile, con un carattere forte e poco incline alla sottomissione. Serio e sicuro di sé. Forte ma allo stesso tempo gentile. Da buon abruzzese qual è.